Negli scambi commerciali, ma anche tra privati, può capitare che si fatichi a ottenere le somme di denaro dalla controparte debitrice, per questo si è resa necessaria una nuova legge per il recupero dei crediti.
In particolare, la normativa riguarda principalmente l’art. 50 del T.U.B. che rettifica l’articolo 633 del codice di procedura civile. Quest’ultimo si focalizza sul decreto ingiuntivo e recita così:
“Chiunque sia titolare di un diritto di credito avente ad oggetto una somma di denaro liquida ed esigibile, una determinata quantità di cose fungibili ovvero la consegna di una cosa, può chiedere al giudice competente di pronunciare ingiunzione di pagamento o di consegna.”
L’ingiunzione di pagamento cui fa riferimento la nuova legge sul recupero crediti non è però l’unica strada percorribile per ottenere le proprie spettanze. Il decreto ingiuntivo è infatti un atto da compiere in sede giudiziale che spesso mal dispone il debitore (qualora lo stesso sia in buona fede e in difficoltà nell’onorare il pagamento).
In alternativa, il creditore può provare la via stragiudiziale che prevede una negoziazione assistita per il recupero del credito con somme entro 50.000 euro.
Vediamo quindi più da vicino cosa si può fare per riscuotere i propri crediti.
Quali sono gli step della nuova legge per il recupero dei crediti?
La nuova legge per il recupero dei crediti, inserita nel più generico quadro normativo e giurisprudenziale, prevede alcuni step che il creditore può compiere per ottenere il pagamento che gli spetta.
Il primo passaggio consiste in una intimazione di pagamento, chiamata anche messa in mora, che il creditore fa recapitare per iscritto al debitore moroso.
In questa fase si è ancora in ambito stragiudiziale e manca un riconoscimento giudiziale del credito. Riconoscimento giudiziale che riguarda il secondo step e che consiste nella formazione del titolo esecutivo. Infatti, qualora la persona (o l’ente o società) morosa non paghi a seguito dell’intimazione scritta, il creditore può procedere per far riconoscere il proprio credito.
Se il credito è liquido e si ha la prova certa della sua esistenza, si può procedere tramite un decreto ingiuntivo del giudice, mentre negli altri casi si potrà iniziare una causa legale “ordinaria”. Va precisato che la causa verrà comunque avviata qualora il debitore si rifiutasse di pagare anche a seguito del decreto ingiuntivo.
Al termine della causa legale, il creditore avrà un titolo esecutivo che attesta l’esistenza del debito e, con questo, può richiedere l’esecuzione forzata sui beni del debitore, cioè il pignoramento dei beni mobili e immobili.
Al di là dei processi legali, la nuova legge sul recupero dei crediti non ha modificato le procedure stragiudiziali precedentemente stabilite. Si tratta di mediazione e negoziazione assistita che hanno l’obiettivo di evitare il contenzioso davanti al giudice e di giungere a un pagamento nel minor tempo possibile.
Anche gli accordi raggiunti durante la mediazione tra debitore e creditore costituiscono titolo esecutivo del debito, rendendolo pertanto certo ai fini di un’esecuzione forzata dei beni del debitore.
Ma cosa accade se a seguito di una mediazione o di una causa legale, il credito viene riconosciuto ma il debitore risulta nullatenente?
In questi casi il creditore corre il rischio di perdere il proprio credito, oltre che il tempo e le spese sostenute per provare a riscuoterlo. Fortunatamente, per evitare questi spiacevoli casi, il creditore può rivolgersi a delle agenzie investigative private come INSIDE.
Nuova legge sul recupero crediti: le agenzie private tutelano il creditore
A seguito delle procedure stabilite dalla nuova legge sul recupero dei crediti, appare evidente che un creditore può ritrovarsi con l’impossibilità di ottenere il proprio pagamento, anche nei casi in cui abbia vinto una causa legale contro il debitore.
Non è raro infatti che il pignoramento sui beni mobili o immobili del debitore non possa avvenire poiché quest’ultimo risulta ufficialmente nullatenente. In casi simili a questo, le agenzie investigative specializzate in recupero crediti come INSIDE svolgono un ruolo cruciale.
I nostri servizi di investigazione si concretizzano in indagini finanziarie, patrimoniali, nel rintraccio dei conti correnti del debitore, nella verifica della sua attività lavorativa, solo per citarne alcuni. L’obiettivo dei nostri investigatori è quindi quello di scoprire tutto ciò che serve per dimostrare che il debitore può essere in grado di pagare.
Infatti, le nostre tipologie di indagini per il recupero del credito consentono di individuare tutti i beni riconducibili al debitore, anche qualora non siano direttamente intestati a lui.
Inoltre utilizziamo un protocollo investigativo che ci permette di agire nel pieno rispetto di tutte le normative vigenti in materia e che consente al creditore di ricevere un dossier utilizzabile dinanzi al giudice.
In tal modo il creditore potrà massimizzare le probabilità di ricevere il proprio pagamento e non rischierà di intentare una lunga causa per poi scoprire che il debitore è – più o meno verosimilmente – nullatenente.
Proprio come afferma Andrea Sciangola – Sales Manager di INSIDE – INTELLIGENCE & SECURITY INVESTIGATIONS:
“si verificano spesso casi in cui il creditore non riesce a ottenere il pagamento che gli spetta a causa della presunta incapacità della parte morosa di onorare il debito. Questo avviene sia se si agisce per vie stragiudiziali sia se si intenta una causa legale e spesso dipende dal fatto che il debitore risulta nullatenente. Rivolgendosi a INSIDE i creditori vanno più in profondità per scoprire se il debitore ha compiuto degli stratagemmi per liberarsi dai beni posseduti e sottrarsi così al pagamento. Fortunatamente il nostro intervento consente di smascherare eventuali simili comportamenti e aiuta il creditore nel recuperare il credito.”
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