Nelle controversie tra due o più soggetti incentrate sull’esistenza di un debito può risultare necessario, talvolta, approntare specifiche verifiche, utili a ricostruire con maggiore precisione e chiarezza la situazione lavorativa e retributiva del soggetto sul quale ricade l’onere debitorio. Uno degli strumenti di indagine più efficaci è il rintraccio del posto di lavoro, un’operazione mirata a rintracciare l’eventuale inquadramento lavorativo del debitore. In questo articolo vediamo, nello specifico, quali sono le finalità specifiche di un intervento investigativo di questo tipo e in che modo vengono implementate le operazioni di ricerca dei dati del rintraccio.
A cosa serve rintracciare un posto di lavoro
Il rintraccio del posto di lavoro, come spiega Andrea Sciangola – Sales Manager di Inside Intelligence & Security Investigations, è una procedura d’indagine di carattere tecnico specialistico; viene effettuata per ricavare una serie di informazioni inerenti alla situazione lavorativa di un determinato soggetto. Nello specifico, il report investigativo risultante dalle operazioni di ricerca contiene le seguenti informazioni:
- I dati anagrafici del target delle indagini (nome, cognome, data e luogo di nascita);
- Codice fiscale e indirizzo (in genere indicato da chi richiede il rintraccio);
- Elenco delle attività lavorative svolte; nello specifico, nel report vengono indicate: il tipo di occupazione ed il relativo inquadramento contrattuale, il datore di lavoro (compreso l’indirizzo della sede presso la quale il soggetto ha lavorato, un contatto telefonico ed il numero di iscrizione alla Camera di commercio), una stima della retribuzione percepita ed eventuali note integrative; qualora il soggetto ricopra cariche dirigenziali presso un’azienda o una società, nel report investigativo sono evidenziati i dati di quest’ultima: denominazione, sede, forma giuridica e nome del titolare. Informazioni più specifiche possono essere incluse in nota.
Le informazioni reperite possono essere integrate anche da ricerche volte ad individuare tutte le fonti di reddito riconducibili al soggetto sottoposto ad indagine (comprese quelle non derivanti da prestazioni lavorative indipendenti o subordinate, come ad esempio rendite e locazioni); allo stesso modo, le indagini possono puntare anche a ricostruire la situazione patrimoniale del target (ovvero immobili, conti correnti bancari e postali, autovetture e altro).
I riscontri ottenuti per mezzo di una procedura di rintraccio del posto di lavoro possono essere impiegati ai fini dell’esecuzione di un pignoramento; secondo quanto stabilito dall’articolo 492 del Codice di procedura civile, infatti, il debitore “può chiedere di sostituire alle cose o ai crediti pignorati una somma di denaro pari all’importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, oltre che delle spese di esecuzione”. La ricerca di beni da pignorare, ai sensi dell’articolo 492-bis del Codice di procedura civile, può essere effettuata per via giudiziale ordinaria – con notevole aggravio delle tempistiche e col conseguente rischio di pregiudicare l’esito del recupero – attraverso “modalità telematiche”; in tal caso, il giudice autorizza l’ufficiale giudiziario ad accedere, “mediante collegamento telematico diretto ai dati contenuti nelle banche dati delle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nell’anagrafe tributaria, compreso l’archivio dei rapporti finanziari, e in quelle degli enti previdenziali, per l’acquisizione di tutte le informazioni rilevanti per l’individuazione di cose e crediti da sottoporre ad esecuzione”. Nello specifico, quando l’ingiunzione comporta l’acquisizione di una parte della retribuzione di un debitore, si parla di pignoramento del quinto; a tal proposito, è utile sottolineare come il D.L. n°83 del 27/6/2015 abbia elevato i limiti di pignorabilità, sia sullo stipendio che sulla pensione.
Il rintraccio del posto di lavoro, inoltre, consente di aggirare le difficoltà connesse alla tracciabilità del denaro contante che fino al 31 dicembre 2021 sarà di 2000 euro (per poi dimezzarsi dal primo gennaio del 2022); in altre parole, laddove non sia possibile tenere traccia di pagamenti e retribuzioni in contanti. La procedura del rintraccio del posto di lavoro consente di ricavare riscontri oggettivi, sulla base dei quali è possibile quantificare beni e fonti di reddito passibili di pignoramento.
Tra le altre possibilità finalità del rintraccio del lavoro vi è la verifica reddituale e patrimoniale nell’ambito di procedimenti di separazione o divorzio.
Come si effettua il rintraccio del posto di lavoro
Il tracciamento del posto di lavoro di una persona fisica è una procedura professionale; ragion per cui è necessario, affinché venga implementata in maniera accurata ed approfondita, affidarla a figure professionali, in possesso delle adeguate competenze. A tale scopo, è possibile dare mandato per questo tipo di procedura ad un’agenzia di investigazione privata specializzata in indagini per il recupero credito; nel caso in cui il target di riferimento lavori all’estero (o per un’azienda con sede in un paese straniero), reperire le necessarie informazioni per la ricostruzione del quadro patrimoniale e retributivo può risultare più complesso. Ragion per cui, la procedura di rintraccio di un posto di lavoro all’estero non può essere implementata se non da professionisti del settore. Vediamo, in dettaglio, come si svolge l’intera procedura.
Il primo passaggio necessario è il contatto tra chi richiede il servizio e l’agenzia specializzata; il mandante può occuparsene in prima persona o delegare l’incombenza ad un legale rappresentante. In questa fase vengono fissati gli obiettivi dell’intervento, che poi vengono sottoscritti da ambo le parti sotto forma di contratto. Una volta espletate le formalità necessarie, gli agenti incaricati possono dedicarsi alla parte operativa, che prende le mosse dalla raccolta degli estremi di identificazione del soggetto da sottoporre al rintraccio. In particolare, si tratta dei dati anagrafici e di informazioni relative al lavoro; in tal modo, gli investigatori possono ricavare un profilo di riferimento.
Lo step successivo consiste, in sostanza, nel controllo dei dati acquisiti e nella successiva raccolta di informazioni inerenti alla situazione lavorativa e patrimoniale; la ricerca si sviluppa attraverso diversi canali, dalle verifiche sul posto al ricorso a fonti confidenziali. In aggiunta, il rintraccio implica il ricorso ad archivi pubblici, come ad esempio il Registro delle Imprese o analoghi registri tenuti dalle autorità competenti di un paese straniero, se il rintraccio è incentrato su una persona fisica che risiede o lavora all’estero. Le informazioni desunte possono essere integrate anche da indagini su conti correnti, bancari e postali, e carte di credito e vengono poi passate al vaglio tramite ulteriori verifiche (ad esempio, presso il datore di lavoro del soggetto sottoposto ad indagine). Ad ulteriore sostegno degli elementi raccolti secondo le procedure sopra descritte, gli investigatori possono implementare un’attività di osservazione diretta del target, tramite pedinamento o appostamento, volta a documentare attraverso prove video-fotografiche gli esiti delle indagini.
Quando il rintraccio del posto di lavoro è completato, i tecnici dell’agenzia stilano un dossier investigativo, ossia un documento tecnico all’interno del quale sono riepilogati – in modo analitico – i riscontri emersi dalle procedure d’indagine, in base agli obiettivi concordati preliminarmente con il mandante del rintraccio.
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