Nel mondo del recupero crediti, il termine nullatenente si usa per descrivere una persona che sembra non avere nulla: nessun immobile, conti bancari o redditi pignorabili. Ma anche quando il debitore “non possiede nulla”, non significa automaticamente che la procedura di pignoramento sia priva di possibilità. Questo articolo spiega come funziona il pignoramento nei confronti di un nullatenente, quali sono i rischi e le difese, e che cosa può succedere nei casi di decreto ingiuntivo.

Debitore nullatenente: cosa significa

L’art. 2740 del codice civile italiano stabilisce che un soggetto ha l’obbligo di rispondere ai propri debiti con ogni bene presente e futuro. Ma cosa accade se si tratta di nullatenenti? Innanzitutto, è bene ricordare che il termine “nullatenente” non è giuridico e non è presente in alcun tipo di legge.

La parola deriva dal linguaggio corrente ed indica soggetti che non hanno lavoro retribuito, non percepiscono alcun reddito e non posseggono alcun bene. Questa eventualità rende impossibile per motivi materiali l’atto di pignoramento. Un altro caso in cui un soggetto è considerato nullatenente è quando non è titolare di redditi pignorabili, come pensionati che percepiscono pensioni al di sotto della soglia minima. Inoltre la legge stabilisce dei beni che seppure in possesso del debitore, non sono pignorabili; anche in questi casi si è considerati nullatenenti

Il nullatenente è quindi un soggetto che risulta in possesso di niente all’interno delle principali banche dati alle quali il creditore può accedere. In queste eventualità per il creditore è impossibile avere la meglio sul debitore ed al massimo può attendere che quest’ultimo possa iniziare a lavorare oppure percepire un’eredità, prima che si arrivi al termine dei tempi di prescrizione. I soggetti realmente nullatenenti però sono davvero rari.

La maggior parte delle volte infatti, alcune persone occultano le proprie disponibilità, intestando i propri averi a terzi, i cosiddetti “prestanome”, in modo da eludere la legge. Va specificato che questi stratagemmi raramente sfociano in reato, ma sono comunque considerati illeciti civili e che quindi possono comunque giustificare pignoramenti e/o risarcimenti danni. È compito quindi dell’agenzia investigativa effettuare indagini per recupero crediti, al fine di risalire alle effettive proprietà del debitore, individuando le tracce di eventuali spostamenti di beni.

Il Decreto Ingiuntivo e il Nullatenente: Novità dal 2025

Quando un creditore ottiene un decreto ingiuntivo, questo rappresenta un titolo esecutivo, che può essere trasformato in esecuzione forzata per recuperare il credito. Nel caso di un nullatenente, può sembrare poco utile: se non ci sono beni immediatamente pignorabili, l’efficacia del decreto può apparire limitata. Ma non è sempre così semplice, soprattutto con le riforme più recenti.

Dal 26 novembre 2024 è entrato in vigore il D.Lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, noto come “Correttivo Cartabia”, che ha introdotto modifiche significative alla procedura di esecuzione. In particolare, per ottenere la formula esecutiva del decreto ingiuntivo, il creditore può ora produrre anche documenti come le fatture elettroniche trasmesse tramite l’Agenzia delle Entrate o estratti autentici delle scritture contabili informatiche.

Inoltre, la riforma ha reso più stringenti i requisiti formali: l’articolo 557 del codice di procedura civile è stato riscritto, prevedendo che il deposito delle copie conformi – titolo, precetto, atto di pignoramento e nota di trascrizione – debba avvenire entro 15 giorni dalla consegna dell’atto di pignoramento, pena l’inefficacia del pignoramento. Questa modifica è cruciale: è emersa recentemente anche in casi giurisprudenziali, con la Cassazione che ha confermato come l’assenza dell’attestazione di conformità non sia più sanabile dopo i termini.

Per il debitore dichiarato nullatenente, questo significa che il creditore ha oggi strumenti più solidi per portare avanti la propria azione esecutiva partendo da un decreto ingiuntivo, anche se inizialmente potrebbe sembrare “senza speranza”.

Cosa si Può Pignorare Quando il Debitore è Nullatenente

Anche se il debitore afferma di “non avere nulla”, non è detto che non vi siano elementi su cui si possa agire. Ad esempio, può esserci reddito (stipendi o pensioni) che, entro certi limiti, è pignorabile. Il pignoramento può anche riguardare conti bancari, polizze assicurative o veicoli, se emergono dopo adeguate indagini patrimoniali.

Allo stesso tempo, la legge tutela certi beni: oggetti essenziali per la vita quotidiana, strumenti di lavoro, la prima abitazione in particolari condizioni ed altri beni “protetti” non possono essere pignorati o lo sono con limiti specifici. Se il debitore ha nascosto patrimonio, intestandolo a terzi, il creditore potrebbe avviare un’azione revocatoria: così si può far emergere ciò che era sottratto al pignoramento.

Pignoramento Nullatenente: Cosa Succede se il Debitore Davvero Non Possiede Nulla

In una situazione in cui non emergono beni né redditi, l’esecuzione può risultare al momento infruttuosa. Ma questo non significa che il debito “svanisca”: la responsabilità del nullatenente persiste. Il creditore può decidere di aspettare, continuare a monitorare eventuali cambiamenti nella condizione patrimoniale del debitore o attivare verifiche più approfondite per scoprire risorse future.

Strategie di Recupero Crediti nei Confronti di un Nullatenente

Come già anticipato, essere nullatenenti non esclude da azioni di pignoramento: il creditore può infatti allungare i tempi di prescrizione, inviando una diffida di pagamento prima che si arrivi alla scadenza dei 10 anni canonici; inoltre i debiti possono essere tramandati agli eredi che hanno accettato l’eredità a meno che questi ultimi non sia considerati a loro volta nullatenenti.

Per chi cerca di recuperare un credito da un debitore nullatenente è fondamentale adottare una strategia attiva. Non basta ottenere un titolo esecutivo: servono indagini patrimoniali per capire se ci sono conti non dichiarati, beni intestati a terzi, trasferimenti sospetti.

Proprio per questo motivo è molto importante avvalersi di professionisti che possano fornire un supporto nel recupero informazioni relative alle reali condizioni economiche del debitore in modo da poter studiare una strategia per il recupero del credito. Come spiega Andrea Sciangola, Chief Commercial Officer | Risk, Compliance & Intelligence Solutions.- Intelligence Inside: “per ottenere riscontri oggettivi è necessario far ricorso ad interventi professionali, di carattere tecnico specialistico. Queste attività devono essere sempre svolte nel rispetto delle norme e delle giurisdizioni competenti in materia. L’attività investigativa si concentra su di un soggetto fisico o giuridico ed include, una volta conclusasi la fase operativa, la consegna di un dossier investigativo, ossia un documento tecnico all’interno del quale sono riportate le notizie riguardanti l’obiettivo di riferimento. Questi riscontri possono poi essere utilizzati in diversi modi, a seconda degli obiettivi prefissati inizialmente dal mandante delle verifiche.”

Più nello specifico, alcune particolari notizie economiche e patrimoniali possono essere rilevate anche dal sopralluogo e dalla raccolta di informazioni in loco a mezzo di intervista investigativa, come previsto dall’art. 5 del DM 269/2010. Deve essere verificato che il debitore non abbia un posto di lavoro retribuito oppure una pensione; così come il possesso di un’autovettura, oppure altri veicoli intestati.
Più spesso però l’intervento dell’investigatore privato è necessario per rilevare alcune incongruenze che consentono di individuare proprietà nascoste da parte del debitore.

Il nullatenente potrebbe aver trasferito i beni attuando un’alienazione degli immobili a favore di coniuge o figli. Vanno quindi ricostruiti tutti i passaggi di proprietà attraverso la visura ipotecaria storica: qualora il nullatenente avesse effettuato una donazione negli ultimi 5 anni, il creditore potrà revocare la donazione stessa e pignorare il bene.

Un’ulteriore verifica va effettuata nel caso il debitore sia sposato per accertare se si trova in regime di comunione di beni: in tal caso il creditore avrà la possibilità di pignorare il 50% dei beni appartenenti al coniuge. Nel caso invece il nullatenente risulti divorziato va verificata la sua residenza per rilevare una possibile convivenza ancora in atto. In caso contrario si può ipotizzare la una eventuale separazione simulata. Se il debitore è in affitto si può effettuare un pignoramento mobiliare supponendo la proprietà degli oggetti e gli arredi.

Va verificata la presenza di conti correnti intestati in Italia, ma anche la possibilità che il debitore nullatenente possa nascondere i propri beni in conti correnti presso banche straniere oppure su carte prepagate, anch’esse pignorabili, così come eventuali polizze assicurative.
È necessario accertarsi che il debitore non abbia fatto rinuncia di eredità per evitare il pignoramento. In tal caso vanno dimostrate le motivazioni della rinuncia, in modo da poterla impugnare da parte del creditore.

Servizi di Recupero Crediti e Indagini Patrimoniali

Per chi si trova ad affrontare un debito nullatenente, il successo del recupero crediti dipende spesso dalla conoscenza reale della situazione patrimoniale del debitore. Il intelligenceinside.com  offre una gamma di servizi avanzati che permettono di:

  • Verificare le proprietà e i beni effettivamente in possesso del debitore.
  • Rintracciare il debitore, anche quando la residenza non è facilmente reperibile.
  • Valutare la fruttuosità e l’efficacia delle azioni di recupero, prima di avviare procedure costose o infruttuose.
  • Condurre indagini patrimoniali e finanziarie complete, sia su persone fisiche che giuridiche, per individuare conti correnti, veicoli, immobili, polizze o altri beni intestati a terzi.

Questi servizi consentono ai creditori di agire in maniera più mirata, evitando sprechi di tempo e risorse e massimizzando le possibilità di recuperare il credito, anche nei confronti di un debitore dichiarato nullatenente.

E per il Debitore Nullatenente? Difese e Precauzioni

Se sei un debitore che si trova nella condizione di nullatenente, è importante non sottovalutare la situazione. Anche se in quel momento non hai beni, rimane un obbligo verso i creditori. Dichiarare falsamente di non possedere nulla per sottrarsi all’esecuzione può configurare reati (come l’insolvenza fraudolenta), con gravi conseguenze.

Invece di cercare stratagemmi rischiosi, una via più sicura spesso è negoziare: rateizzare il debito, chiedere la sospensione, trovare un accordo con i creditori. In molti casi, un avvocato specializzato in diritto esecutivo può aiutare a trovare soluzioni sostenibili.

Risarcimento Danni e Nullatenente

Non è detto che la condizione di nullatenente escluda il risarcimento danni: se hai avuto una sentenza che ti condanna a risarcire, ma al momento non hai risorse, il creditore può attendere che la tua situazione patrimoniale cambi. Se in futuro emergono beni, redditi o altri attivi, potrà essere attivata l’esecuzione per ottenere quanto dovuto.

Conclusione

Il pignoramento nullatenente è tra le situazioni più complicate nel recupero crediti, ma non è privo di strumenti utili. Anche chi sembra “non avere nulla” può essere oggetto di esecuzione se emergono redditi o beni, e la recente riforma (Correttivo Cartabia) ha rafforzato le possibilità per il creditore di agire in modo più efficace, a partire dal decreto ingiuntivo. Allo stesso tempo, chi si trova nella condizione di nullatenente non è “immune” e ha ancora responsabilità: la via legale per difendersi o negoziare un accordo può essere spesso preferibile e più sicura.

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